Quante volte nell’arco della giornata sentiamo di essere “sotto pressione” o “in apnea” o “immobilizzati” di fronte ai ritmi e alle scadenze che la società ci impone? Per non parlare del dialogo interiore e l’immersione in mondi fatti di possibilità infrante e sogni irraggiungibili. Ciò che è stressante è il rapporto continuativo che abbiamo con i “se” e con i “ma”, con i “vorrei ma non posso” e con i “devo”.

Lo stress, di per sè non una condizione negativa; per definizione, infatti, è una risposta fisiologica adattativa dell’organsimo nei confronti di uno stressor, esterno o interno, al fine di aumentare le chance di sopravvivenza. Lo stressor provoca in noi una risposta di “attacco o fuga”, mediata dall’attivazione di due principali vie neurali: asse ipotalamo-ipofisi-surrene e locus caeruleus assieme ad alcune cellule noradrenergiche del midollo allungato. L’attività di questi circuiti porta, rispettivamente, al rilascio di cortisolo e catecolamine (adrenalina e noradrenalina) che preparano l’organismo a “combattere” o “fuggire”, in questo modo aumenta l’afflusso di sangue ai muscoli, rendendolo meno disponibile ad alcuni organi come il tratto gastroenterico. Le scorte energetiche vengono rilasciate favorendo maggiori concentrazioni di glucosio e acidi grassi liberi nel sangue, aumenta la frequenza e la gittata cardiaca e i respiri si fanno più corti e  frequenti. E’ del tutto normale, quindi, osservare questi fenomeni fisiologici di fronte ad un pericolo che necessita il pronto intervento di tutte le nostre cellule. Si parla, in questo caso di stress positivo. Quando il pericolo è costante, lo stress si cronicizza ed ecco comparire quello stato di malessere generalizzato che ci accompagna negli ultimi tempi, come un macigno che spingiamo, ricominciando daccapo il giorno successivo.

Cosa richiamo protraendo questa condizione di malessere nel lungo termine?

Abbiamo parlato di usura perchè l’organismo lavora di più per sopravvivere, ma a lungo andare è soggetto a:

  • disordini metabolici;
  • patologie infiammatorie croniche;
  • disturbi psicologici;
  • patologie cardiovascolari;
  • patologie neurodegenarative;
  • disturbi del sonno.

Come possiamo intervenire per invertire questo processo e vivere il quotidiano riducendo l’affanno e la fatica dei nostri tempi? Sicuramente un buon modo e ricordarci che ogni tanto bisogna ricaricare le batterie vitali, staccando la spina di tanto in tanto perché la vita è una maratona e non uno sprint! Possiamo scegliere di essere presenti e vivere appieno quei momenti di pausa in famiglia, con gli amici, o in solitudine in base alle nostre inclinazioni. Fare esercizio fisico è fondamentale; anche una semplice camminata, tutti i giorni, ci permette di produrre endorfine capaci di accarezzare il nostro stato d’animo e volgere lo sguardo verso nuove prospettive. Curare l’alimentazione fornisce il giusto apporto di alimenti e detossifica l’organismo che quotidianamente accumula scorie, soprattutto quando uno stato di stress cronico induce uno stato infiammatorio! Fortunatamente anche la natura fornisce alcune sostanze che possiamo utilizzare per recuperare le forze e gestire al meglio le energie. Tra queste ricordiamo:

  • gli attivi della Rodiola rosea, stimolano l’organismo a reagire positivamente ad uno stress psicofisico, modulando la produzione di cortisolo e inibendo il rilascio delle citochine pro-infiammatorie;
  • l’ estratto di lavanda svolge attività sedativa e ansiolitica, senza indurre dipendenza e assuefazione; inoltre migliora la qualità del sonno, riducendo i risvegli notturni;
  • la valeriana e la melissa inducono rilassamento e migliorano la qualità del sonno;
  • le vitamine del gruppo B riducono stanchezza e affaticamento, migliorando le performance mentali;
  • alcune famiglie di probiotici, quali Lactobacillus helveticus e Bifidobacterium longum, oltre a ristabilire l’equilibrio della barriera intestinale, stimolano il rilascio di citochine anti-infiammatorie, riducendo la somatizzazione dello stress a livello intestinale.

E’ utile ricordare che ognuno di noi è in grado di ascoltare il proprio corpo e di comprendere ciò che ci fa stare bene. Alle volte, quando dimentichiamo o rifiutiamo di ascoltarci può essere d’aiuto parlare con persone che ci aiutino a guardare gli eventi e noi stessi con occhi nuovi. In questo modo potremmo ricongiungerci con noi stessi e con gli altri.